Romano Marchi
Era entrato nell’organizzazione clandestina comunista a Verona negli anni del fascismo, mentre era militare di leva in Toscana. Subito dopo l’armistizio, col nome di copertura di “Mirro” si era dato all’organizzazione della lotta armata sulle montagne del Veronese.
Arrestato dalla polizia fascista, quando riacquistò la libertà “Mirro”, nel febbraio del 1944, si trasferì nel Vicentino e vi organizzò il Battaglione “Apolloni”, che era inquadrato nella Divisione partigiana “Garemi”. Sempre in provincia di Vicenza “Mirro” divenne quindi commissario politico della Divisione “Avesani”.
Alla Liberazione, tornato a Verona, Romano Marchi diresse per alcuni mesi il reparto investigativo della polizia partigiana e fu poi segretario provinciale dell’ANPI.
Marchi è stato anche responsabile dell’Alleanza provinciale dei contadini, consigliere della Provincia di Verona e consigliere comunale di Legnago (VR).