Rossana Rossanda
Compiuti gli studi a Milano, al Liceo classico “Manzoni”, aveva sostenuto brillantemente con un anno di anticipo gli esami di maturità. Seguace del filosofo Antonio Banfi, aveva preso parte alla Resistenza e, alla fine del secondo conflitto mondiale, aveva aderito al Partito comunista italiano, del quale divenne uno dei massimi dirigenti. Per decisione di Palmiro Togliatti, le fu infatti affidata la responsabilità della politica culturale del PCI. Nel 1968, con la pubblicazione del saggio L’anno degli studenti, la Rossanda dimostrò la sua adesione al movimento della contestazione giovanile a cui seguì, con Luigi Pintor, Valentino Parlato e Lucio Magri, la fondazione del partito “Il Manifesto” e dell’omonimo giornale. Eletta deputato nella IV Legislatura e riconfermata nella V, in una lista PCI - Il Manifesto – PdUP, nonostante fosse stata radiata dal Partito comunista nel 1969 al suo XII Congresso, Rossana Rossanda, che è stata anche direttrice del giornale il Manifesto, non si è mai estraniata dalla politica. Lo dimostrano i tanti saggi che ha pubblicato, da "Viaggio in Spagna" del 1977, a "Brigate Rosse". "Una storia italiana", scritto nel 1994 con Carla Mosca, ad "Appuntamenti di fine secolo", uscito nel 1995 con la collaborazione di Pietro Ingrao, al più recente, autobiografico, "La ragazza del secolo scorso", pubblicato nel 2005.