Salvatore Corrias
Arruolatosi nella Guardia di Finanza nel 1929, durante la Seconda guerra mondiale Corrias finì, col 10° Battaglione, in Albania e nella zona di Lubiana. Riuscito a sfuggire ai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, il finanziere fu aggregato alla "Brigata Volante" delle fiamme gialle di Uggiate, che dipendeva dalla Compagnia della GdF di Olgiate Comasco. Non esitò a scegliere da che parte stare. Il 13 ottobre del 1943, entrava a far parte, come partigiano combattente, della formazione "Giustizia e Libertà", che sarebbe poi diventata la Brigata "Emanuele Artom". Quando gli altri finanzieri antifascisti del suo gruppo decisero di darsi alla macchia, Corrias scelse di continuare ad indossare la divisa; ciò gli permetteva di muoversi più agevolmente lungo la frontiera italo-svizzera, accompagnando verso la salvezza, oltre a centinaia di ebrei destinati allo sterminio, anche perseguitati politici di ogni orientamento.
Fu catturato dalle Brigate nere il 28 gennaio 1945, proprio mentre stava rientrando alla caserma della GdF di Bugone, dopo aver portato in salvo in Svizzera un ex prigioniero inglese. I fascisti fucilarono Salvatore Corrias nel recinto della sua caserma. Oggi i suoi resti riposano nel cimitero di Moltrasio; sulla sua lapide è inciso "Ancor giovane, generosamente donò la vita per l'ideale supremo della Patria".
Alla memoria di Corrias il Presidente della Repubblica ha concesso la ricompensa al merito civile, con una motivazione simile a quella dell'onorificenza assegnata al sottufficiale della Guardia di Finanza Luigi Cortile. Per Corrias, l'Ambasciata di Israele in Italia ha proposto il conferimento del titolo "Giusto tra le Nazioni".