Sauro Colombo
Figlio di Domenico e di Anita Bertalà, era stato educato negli ideali di libertà. Operaio nelle Officine Industrie Meccaniche e Navali di La Spezia, vi aveva svolto un'intensa attività clandestina contro il fascismo e, subito dopo l'8 settembre 1943, era diventato partigiano combattente della Brigata Garibaldi "M. Vanni". Nella stessa formazione militava anche il fratello minore, Franco, che sarebbe rimasto ferito durante un rastrellamento nazifascista, nel gennaio del 1945. Incaricato di una missione, a Valeriano, dal CLN provinciale, Sauro fu catturato dai repubblichini della famigerata "banda Gallo". Portato (era il 16 settembre del '44), nella caserma del 21° Fanteria a La Spezia, vi fu a lungo torturato perché parlasse. Di fronte al suo silenzio, il giovane fu trasferito nella Casa dello studente di Genova, dove i fascisti continuarono, inutilmente, il "trattamento". Ne decisero così la deportazione. Per il giovane operaio cominciò il viaggio verso Mauthausen, che Sauro Colombo raggiunse dopo una tappa nel campo di Bolzano. Si spense, dopo tre mesi, nel lager di Gusen II.