Sergio De Vitis
Dopo aver frequentato l'Accademia di Modena e la Scuola centrale militare di Aosta, De Vitis aveva partecipato alle operazioni militari in Montenegro. L'8 settembre 1943 era stato rimpatriato e si era subito collegato ai partigiani in Piemonte. Nominato comandante di una Divisione partigiana, la 43a, (che dopo la sua morte ne avrebbe assunto il nome), De Vitis, per rifornire i suoi reparti di esplosivi e di armi, decise di attaccare una polveriera a Sangano. Era il 26 giugno del 1944 e i partigiani incontrarono una resistenza non prevista. A rendere più drammatica la situazione, sopraggiunsero reparti tedeschi fortemente armati. Per quattro ore i partigiani fronteggiarono il nemico. Infine De Vitis cadde, con un pugno di suoi uomini, per consentire lo sganciamento del grosso della formazione. La Medaglia d'oro alla memoria gli è stata concessa con questa motivazione: "Comandante di elette virtù militari, combattente di leggendario valore, in numerosi aspri combattimenti infieriva duri colpi al nemico, catturando interi presidi e facendo cospicuo bottino di materiali da guerra. Durante un audace attacco ad una polveriera, sopraffatto da forze nemiche accorse di rinforzo, sosteneva per quattro ore una impari lotta, finché, costretto a fare ripiegare il proprio reparto, rimaneva con pochi compagni a proteggere il movimento. Dopo avere strenuamente lottato fino all'ultima cartuccia, cadeva in mezzo ai suoi uomini stretti intorno a lui nell'epica difesa. Il nemico, ammirato da tanto valore, gli dava onorata sepoltura ed inviava il drappo per avvolgere la salma".