Sergio Visintin
Non aveva ancora 17 anni quando, nel 1933, Visintin aveva aderito al Partito comunista ed era diventato segretario della Cellula giovanile di Cormons. L'anno dopo, il ragazzo finiva in carcere, a conclusione di un'operazione dell'OVRA (concertata con le questure di Udine e Gorizia), che portò davanti al Tribunale speciale, 200 antifascisti dell'Udinese, di Trieste e dei Cantieri navali di Monfalcone. Visintin fu condannato a 8 anni di reclusione perché aveva l'aggravante di essere "avanguardista" (si era iscritto all'organizzazione giovanile fascista, per poter più agevolmente far proseliti tra i ragazzi). Liberato per amnistia, dopo tre anni passati nella fortezza di Castelfranco Veneto, è sottoposto a libertà vigilata. Ma Sergio Visintin continua nella sua attività antifascista. Non a caso, nel settembre 1943, subito dopo l'armistizio, era già il partigiano "Rino", che operava sulle colline del Collio nel primo Battaglione "Garibaldi". Nell'inverno '43-44, "Rino" si sposta sulla "destra Tagliamento" e vi ricopre il ruolo di commissario della Brigata Garibaldi "Nino Bixio"; diventa poi, dopo una proficua collaborazione con i partigiani osovani, commissario della Brigata unificata Garibaldi-Osoppo "Ippolito Nievo". La "Nievo", che diventerà poi la Divisione "Mario Modotti", avendo sempre come commissario politico Sergio Visintin, è molto attiva nella pedemontana e nella pianura pordenonese. Quando giungono i giorni della Liberazione, commissario delle Brigate Garibaldi della "destra Tagliamento" è ancora "Rino", che accoglie con Ardito Fornasir "Ario" (come comandante della piazza militare della città di Pordenone), le truppe anglo-americane. Dopo la guerra, per lungo tempo, Sergio Visintin è funzionario del PCI a Pordenone e a Udine. Poi, sopravvissuto ad un grave incidente automobilistico mentre, dall'alta Carnia, torna da una riunione di emigranti, Visintin trova occupazione nell'allora azienda di confezioni Vittadello di San Vito in Tagliamento, e si forma una famiglia. Sino all'ultimo dedicherà il suo tempo, all'ANPI, all'ANPPIA e alle altre associazioni antifasciste del Friuli-Venezia Giulia, che hanno reso omaggio a "Rino" (prima della tumulazione nel cimitero del suo paese natale), nella piazza principale di San Vito. L'Istituto provinciale di Pordenone per la Storia del Movimento di Liberazione e dell'Età contemporanea ha editato un suo DVD dal titolo Riconoscenza.