Settimio Garavini
Dirigente in clandestinità del PCd'I, fu tra gli animatori dei primi nuclei della Resistenza ravennate. Il 4 gennaio 1944, fu Garavini a mettere la sua casa a disposizione (per una riunione notturna), dei compagni della zona delle Ville unite. Un delatore avvisò i fascisti che, circondata la casa, arrestarono tutti coloro che ancora vi si trovavano. Garavini fu portato nel carcere di Forlì, dove era già stato rinchiuso Mario Gordini (sorpreso all'alba per strada, mentre si stava allontanando in bicicletta). Sommariamente processato e condannato a morte, Garavini fu fucilato con Gordini. Al suo nome fu intitolato, nel 1944, un distaccamento della XXVIII Brigata Garibaldi, che operò, sino alla Liberazione, nella zona di Cervia e delle Ville unite. Nel 1995 Luigi Martini ha pubblicato, per le Edizioni del Girasole di Ravenna, un volume dal titolo Le Ville unite e il distaccamento Settimio Garavini.