Silvino Folloni
Dal 1942, chiamato alle armi, era stato in forza all'80° Reggimento fanteria. Subito dopo l'armistizio del settembre 1943 era entrato nella Resistenza, come partigiano combattente della 64a Brigata Garibaldi "Gramsci". Cadde, durante un'azione di guerra, mentre tentava di spezzare l'accerchiamento nemico, come ricorda la motivazione della ricompensa al valore che recita: "Combattente di eccezionale ardimento, in un lungo ciclo operativo della lotta partigiana dava costanti prove di coraggio e sereno sprezzo del pericolo. In una azione di rastrellamento condotta dai nazifascisti con forze preponderanti, sebbene ammalato, si poneva alla testa dei suoi uomini che guidava all'assalto con slancio e perizia. Dopo otto ore di duri combattimenti, esausto e bruciato dalla febbre, continuava imperterrito nella lotta galvanizzando con il suo eroico comportamento i propri uomini. Accerchiato da forze avversarie, anziché retrocedere, si slanciava, con scatto irresistibile, contro il nemico, finché ferito mortalmente faceva olocausto della sua giovane vita in difesa della libertà d'Italia. Sublime esempio di eccezionale ardimento".