Silvio Pasi
Iscritto giovanissimo al PCd'I, Pasi durante il regime fascista svolse, con la struttura clandestina del partito, un ruolo molto attivo tra i braccianti ravennati. All'armistizio fu tra i primi, a fianco di Arrigo Boldrini, a entrare nella Resistenza. Col nome di battaglia di "Eric", Pasi fu nominato responsabile dei GAP della 3a Zona e si distinse per combattività, attacchi contro tedeschi e fascisti, sabotaggi.
Nell'estate del 1944 fu nominato commissario politico di un distaccamento della "Mario Gordini", nella quale si batté con grande determinazione sino alla Liberazione, tanto da essere decorato di Medaglia d'argento al valor militare.
Nell'immediato dopoguerra il valoroso gappista divenne dirigente della Camera del Lavoro di Faenza sino a che, nel 1948, fu accusato con altri ex partigiani ravennati della eliminazione, nel luglio del 1945, di una famiglia di agrari di Lugo. Pasi proclamò sempre, in numerosi processi, la sua totale estraneità al sanguinoso episodio, ma ciononostante restò in carcere per cinque anni.
Liberato per indulto, tornò al suo paese dove fu accolto come una vittima dei tentativi di criminalizzazione della Resistenza e Luigi Longo, già comandante generale delle Brigate Garibaldi, lo insignì della Medaglia d'oro partigiana. A Silvio Pasi, prematuramente scomparso, nel 1980 l'amministrazione comunale ha intitolato una strada di Conselice.