Simon Kos
Militante antifascista, durante il ventennio svolse la sua attività clandestina a Gorizia e a Fiume. Nel 1940, Kos era stato arrestato a Gracova per la sua attività politica. Nel 1941 fu trasportato a Trieste per esservi processato, con altri cinquantanove imputati, dal Tribunale speciale, trasferitosi per l'occasione nella città giuliana. Le autorità fasciste vi avevano, infatti, imbastito un processo, che avrebbe dovuto essere esemplare, allo scopo di frenare lo svilupparsi di un movimento partigiano sorto in Venezia Giulia nello stesso anno. Il 14 dicembre del 1941 Simon Kos fu condannato a morte e due giorni dopo fu fucilato ad Opicina con altri quattro antifascisti sloveni: Giuseppe Tomazic, studente, Giovanni Vadnal, contadino, Vittorio Bobek, panettiere e Giovanni Ivancic, tessitore.