Sostegno Falzoni
Militante socialista nel gennaio del 1922 fu arrestato con l’accusa di aver partecipato ad uno scontro con un gruppo di squadristi a Mezzolara di Budrio (BO), durante il quale erano rimasti sul terreno un contendente per parte. Processato con altri ventiquattro suoi compagni, il giovane socialista fu condannato a 7 anni, 9 mesi e 21 giorni di reclusione, ma nel settembre 1929 fu prosciolto. Falzoni, che aveva intanto aderito al Partito comunista, subì nell’agosto del 1933 un altro arresto, quando la polizia lo trovò ad Alemanni di Dozza (BO), in possesso, con Bruno Monterumici e Cesare Morara, di volantini contro il regime fascista. Falzoni e i suoi due compagni quella volta se la cavarono con l’ammonizione, ma quando, nel 1935, l’ambulante fu di nuovo arrestato per la sua attività politica, il Tribunale speciale gli inflisse quattro anni di confino, che Sostegno Falzoni trascorse a Lipari e a Ventotene. Tornato al suo paese e ripresa l’attività clandestina, all’annuncio dell’armistizio l’irriducibile antifascista entrò subito in una formazione di gappisti e militò nella VII Brigata Garibaldi “Gianni” con un ruolo di comando sino a che, il 7 novembre 1943, i tedeschi non lo catturarono e lo deportarono in Germania, di dove non ha fatto ritorno.
(B.O.)