Tullio Colla
Già nello stabilimento Ansaldo-Artiglieria dove lavorava, Tullio Colla aveva profuso il suo impegno antifascista. Tra i promotori degli scioperi del marzo 1943 "contro la fame e la guerra", dopo l'8 settembre del 1943 partecipò attivamente alla Resistenza. Denunciato da una spia, riuscì a sfuggire alla cattura da parte delle SS e a raggiungere le Capanne di Marcarolo, dove operava la 3a Brigata "Liguria". Col nome di Roberto divenne vicecomandante di un distaccamento i cui partigiani spesso scendevano in città per appoggiare le azioni dei gappisti. In una di queste operazioni "Roberto", che era in compagnia del gappista Buranello, fu intercettato dai fascisti. Il suo compagno fu catturato; lui riuscì fortunosamente a salvarsi e a tornare al reparto. La fortuna non gli sorrise un mese e mezzo dopo. Finito in mano ai tedeschi nel rastrellamento della Benedicta, Colla fu fucilato senza processo con altri dodici patrioti e sepolto in una fossa comune.