Ugo Baglivo
Alla fine degli anni Venti si era trasferito dal Salento a Roma, dove si laureò in Giurisprudenza, con il massimo dei voti. Diventò ben presto assistente universitario presso la cattedra di Diritto penale e, dopo aver frequentato un corso di perfezionamento in Germania, intraprese la carriera universitaria. Siccome non nascondeva le sue simpatie per il pensiero liberale di De Ruggiero, un collega lo denunciò per "attività antinazionale" e nel 1938 Baglivo fu condannato a tre anni di confino a Gioiosa Jonica. In Calabria, restò un solo anno, ma tornato in libertà fu allontanato dall'insegnamento. Per vivere, Baglivo si mise a fare l'avvocato. Risalgono a questo periodo i suoi primi rapporti con esponenti di spicco dell'antifascismo capitolino e, l 'adesione al Partito d'Azione.
L'8 settembre del 1943, a Trastevere e a Porta San Paolo, armato solo di una bandiera tricolore, tentò di organizzare formazioni volontarie che affiancassero i militari nella difesa della Capitale. Durante la Resistenza, fu responsabile militare della I zona di Roma per le formazioni di "Giustizia e libertà", raccogliendo e distribuendo armi; diffondendo la stampa clandestina; chiedendo finanziamenti per la guerra di Liberazione; stabilendo piani per le azioni di sabotaggio militare. Fu arrestato il 3 marzo del '44 con due amici avvocati e compagni di lotta. Rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, la mattina del 24 marzo, nonostante fosse venuto a sapere della tragica sorte che lo attendeva, non tentò una possibile fuga. Lo stesso giorno fu fucilato alle Fosse Ardeatine.
A Ugo Baglivo l'amministrazione comunale di Alessano ha intitolato una via. Porta il nome del generoso patriota salentino anche un, molto attivo, circolo ARCI locale.