Ugo Rapiti
Era nato in una famiglia di braccianti agricoli, antifascisti. Diciannovenne quando gli Alleati sbarcano nel Lazio, Rapiti sceglie di arruolarsi nei Volontari della Libertà ed entra nelle formazioni partigiane toscane col nome di battaglia ‘Topo di bosco'.
Tra i vari incarichi, gli viene affidata la sorveglianza ai soldati delle SS fatti prigionieri: «Piangevano sempre – ricordava Rapiti – consapevoli di aver fatto cose orribili». Tornerà nel suo paese a guerra finita. Nei primi Anni 50 si iscrive al PCI e viene eletto nell'amministrazione comunale del suo paese dove ricoprirà varie cariche fino a divenire Sindaco nel 1955.
Sono gli anni delle lotte contadine per la terra e Rapiti si impegna anche nel sindacato dei braccianti: durante un comizio a Corchiano difende pubblicamente i lavoratori agricoli che avevano occupato le terre dell'ECA (Ente Comunale di Assistenza) ed è arrestato. In sua difesa interviene l'intera popolazione della zona, sono promosse manifestazioni di solidarietà con la partecipazione anche dell'ex Presidente dell'Assemblea Costituente, Umberto Terracini.
Eletto nuovamente Sindaco di Vallerano nel 1964, Ugo Rapiti sarà confermato per più mandati fino al 1985, realizzando programmi di edilizia scolastica, case popolari e strutture sportive. Aveva grandi capacità anche nelle relazioni internazionali: il partito lo inviò a Mosca, dove tenne un comizio nella Piazza Rossa; ricevette re Gustavo VI Adolfo di Svezia per un progetto di scavi archeologici.
Fu amico di personalità politiche e culturali di primo piano, quali Giancarlo Pajetta, e i Primi cittadini di Roma durante le giunte di sinistre tra gli Anni 70 e 80, Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli e Ugo Vetere, che spesso invitava a Vallerano. Strinse amicizia con Pier Paolo Pasolini (lo accompagnò dal sindaco della vicina Soriano nel Cimino quando volle acquistare la Torre Chia, edificio medievale dove trascorse molto tempo negli ultimi anni di vita) e con lo scrittore Libero Bigiaretti che rilevò la casa comprata nel '39 da Corrado Alvaro. All'attività dei due scrittori calabresi, sepolti nel cimitero di Vallerano, Rapiti ha dedicato numerose iniziative.