Ugo Zordan
Nasce a Valdagno il 30 agosto 1911 da Francesco Zordan, detto Pantoca, con tipografia in piazza del Municipio e Angelina Pancera. Da ragazzo partecipa alle attività scout della GEI guidata dallo zio paterno Bruno fino allo scioglimento, nel 1928. Per proseguire nell'attività di famiglia frequenta le scuole professionali, prima alla Regia Scuola d'Arte di Tolmezzo e poi a Verona presso la Scuola d'Arte applicata all'industria. Completati gli studi viene chiamato alle armi nel battaglione Vicenza del 9° reggimento Alpini di stanza a Tolmino, ora in Slovenia.
Ritornato nel suo paese vuole introdurre nell'azienda di famiglia macchine e tecniche moderne conosciute negli anni di formazione a Verona ma, di fronte alle contrarietà del padre, apre nella prima metà degli anni Trenta una propria attività di litografia. I nuovi macchinari sono ospitati al piano terra di un fabbricato della città sociale, in via Lungo Agno Manzoni. In questo periodo Ugo legge moltissimo e conserva ordinatamente una notevole raccolta di libri di carattere tecnico-scientifico e umanistico. Impara la lingua tedesca, e legge e raccoglie molte riviste tra cui, “Signal” e “Der Adler”. Oltre al lavoro ha una grande passione: il motociclismo, che lo vede impegnato con il Gruppo Motociclistico del Dopolavoro Aziendale Marzotto in gare con moto di grossa cilindrata DKW e Gilera 500 cc. Gareggia a Thiene, Castelfranco Veneto e nel settembre 1937 al Circuito di Monte Berico. L'attività agonistica si interrompe con il matrimonio: il 28 maggio 1938 sposa Fede Dal Medico e nel 1939 nasce GianFranco, e quattro anni dopo Flaminio.
La guerra non sembra coinvolgerlo direttamente perché è raro che vengano richiamati soldati della classe 1911. Solamente per un breve periodo, nell'autunno 1944, viene inviato nella zona di Noventa Vicentina per costruire le difese anticarro del Vallo Veneto. Poco dopo è esonerato, perché l'attività di tipografo è necessaria all'Amministrazione civile e militare di Valdagno.
In questo periodo entra in contatto con la Resistenza locale attraverso Giordano Crestani, operaio della sua tipografia, e viene inserito nel battaglione “Martiri Val dell'Agno” della brigata “Rosselli”. Negli ultimi giorni di aprile 1945, mentre colonne tedesche in ritirata attraversano Valdagno, è incaricato di tenere i collegamenti nel territorio della destra Agno a sud della città. Il 27 aprile una grossa colonna tedesca, ben armata, si scontra con i partigiani della “Rosselli” all'incrocio tra viale Regina Margherita e via S. Cristoforo.
Ugo partecipa al combattimento e riesce a mettere in posizione una mitragliatrice Breda da 20 mm che tuttavia si inceppa subito. Cerca allora di aggirare la colonna nemica ma viene colpito prima al femore sinistro, poi da una raffica che lo colpisce al fianco e al braccio. Ricoverato all'ospedale di Valdagno muore, dopo un lunga agonia, il 23 giugno 1945.
Nel 1948 gli viene conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: «Accorso fra i primi ad impugnare le armi per la liberazione della Patria oppressa, si prodigava sempre con indomito coraggio in tutte le più ardue e rischiose imprese. Mentre allo scoperto, metteva in posizione una arma pesante, veniva colpito ad una gamba. Incurante del pericolo e sopportando stoicamente il dolore della ferita, cercava di aggirare la posizione nemica. Colpito una seconda volta da una raffica di mitraglia non desisteva dalla lotta. Colpito nuovamente per la terza volta continuava ad incoraggiare i compagni al combattimento. Dopo due mesi di dure e lunghe sofferenze per le gravi ferite riportate, immolava la sua nobile esistenza. Luminoso esempio di abnegazione e di indomito coraggio.
Valdagno, 27 aprile 1945».