Umberto Ceva
Dirigente industriale, nel 1929, stimolato da un conoscente che si sarebbe poi scoperto essere una spia fascista, Umberto Ceva aveva aderito al movimento "Giustizia e Libertà". La sua attività cospirativa non durò a lungo: nell'ottobre del 1930 fu arrestato con Ernesto Rossi e Riccardo Bauer. Tradotto a Roma, Ceva fu rinchiuso a "Regina Coeli". Durante gli interrogatori, cui lo sottoposero gli agenti dell'OVRA accusandolo d'attività terroristica, il giovane "azionista" capì - come si comprende da una lettera di commiato scritta alla moglie - di essere stato tradito. Per respingere l'accusa, avrebbe dovuto chiamare in causa quello che considerava un amico. Decise così di togliersi la vita, ignorando che l'uomo per il quale si sacrificava era Carlo Del Re, spia ed agente fascista, che lo aveva spinto alla cospirazione e lo aveva poi venduto alla polizia. Ceva, la notte di Natale del 1930, si uccise nella cella 440 del carcere romano.