Umberto Ilariuzzi
Giovanissimo militante del Partito comunista Ilariuzzi (che si era battuto contro gli squadristi negli scontri dell'Oltretorrente), continuò nel suo impegno contro il regime anche dopo la promulgazione delle leggi eccezionali fasciste del 1926. Nel 1931 finì davanti al Tribunale speciale che gli inflisse una condanna a dieci anni di reclusione. Tornato davanti allo stesso tribunale nel 1936, si ebbe un'altra condanna a dieci anni che trascorse nelle prigioni di Civitavecchia, Perugia e Fossano, per finire poi confinato a Ponza e a Ventotene. Carcere e confino non riuscirono però a piegare l'operaio parmigiano che dopo l'armistizio e l'occupazione di Parma a opera di unità corazzate tedesche fu, col nome di battaglia di "Pippo", tra gli organizzatori (con Dante Gorreri e altri antifascisti, in un incontro a Villa Braga di Mariano), della Resistenza armata nel Parmense. Dopo la Liberazione Ilariuzzi ha diretto la Camera del Lavoro di Parma e dal 1946 al 1951 ha anche rappresentato il PCI nel Consiglio di quel capoluogo. Porta il suo nome una via di San Pancrazio Parmense.