Umberto Recalcati
Orfano di padre era cresciuto, a Milano, coi "Martinitt". Era poi andato a lavorare ad Alessandria, dove aveva aderito al Partito socialista e, nel 1919, era stato eletto deputato per il PSI. Dopo l'avvento del fascismo continuò nell'attività sindacale, sino a che non fu licenziato dall'azienda nella quale lavorava. Si mise quindi a lavorare in proprio, ma fu costretto a lasciare Alessandria, per sottrarsi alle persecuzioni e alle violenze degli squadristi. Tornato a Milano, Recalcati si tenne in contatto con i gruppi socialisti di Lelio Basso e Rodolfo Morandi e, alla caduta di Mussolini rappresentò il PSI nella Camera del Lavoro milanese. Subito dopo l'armistizio Recalcati fu arrestato e deportato a Fossoli; di lì intraprese, in un carro bestiame, il viaggio a Mauthausen dal quale non sarebbe più tornato.