Vera Michelin-Salomon
Alla maggiore età, Vera sceglie di trasferirsi a Roma (1941) dove lavora come segretaria economa nella scuola professionale "Colomba Antonietti". Alloggia presso Il Foyer di via Balbo, fino a quando le è offerta ospitalità in casa dell'amica Enrica Filippini-Lera, in via Buonarroti. Inizia qui, attraverso quest'amicizia e gli incontri con ambienti e personaggi dell'antifascismo, la sua maturazione etica, culturale e politica che la porterà dopo l'8 settembre 1943, a seguire l'esempio di Enrica e dei "fratelli maggiori" antifascisti, nella resistenza non armata e in particolare nell'organizzazione del Comitato studentesco di agitazione. Compito di questi gruppi ristretti di giovani è quello di distribuire materiale di propaganda antifascista contro l'occupante nazista, davanti alle scuole superiori e all'università, finalizzato anche ad impedire lo svolgimento regolare delle lezioni e degli esami perché accessibili soltanto a quei giovani in grado di presentare l'autorizzazione del costituendo esercito della Repubblica di Salò Enrica e Vera aderiscono anche alla cellula del Partito comunista di piazza Vittorio. Il 14 febbraio 1944, (dietro delazione) un commando di SS si presenta in via Buonarroti e arresta tutti i presenti: Paolo Buffa, Paolo Petrucci, Cornelio Michelin-Salomon e le due ragazze, quando arrivano nella casa già presidiata. Tutto il gruppo è trasferito in Via Tasso. Soltanto Vera rimane nella cella femminile per gli interrogatori. Raggiungerà gli altri a Regina Coeli. Il 22 marzo si svolge il processo al gruppo, davanti al Tribunale Militare Tedesco: tutti assolti i ragazzi; condannate a tre anni di carcere duro, da scontarsi in Germania, Vera e Enrica. Tornano comunque tutti a Regina Coeli, dove sono testimoni della selezione per la strage delle Fosse Ardeatine: Paolo Petrucci ne rimane vittima, nonostante l'assoluzione ottenuta. Il 24 di aprile Vera e Enrica sono avviate verso la Germania, prima in camion e poi in carro bestiame. Dopo notti e giorni di grande disagio arrivano a Monaco di Baviera dove, dopo una sosta di una notte e un giorno nel KZ di Dachau, sono immatricolate nella prigione di Stadelheim (Monaco). Trascorso circa un mese, sono trasportate nella sede definitiva della loro detenzione: il Frauen Zuchthaus di Aichach (Alta Baviera) dove saranno liberate dalle truppe americane il 29 aprile 1945. Tornano entrambe in Italia in un viaggio facilitato dall'appartenenza di Paolo Buffa alle Special Forces inglesi come ufficiale di collegamento con la Resistenza, e arrivano a Milano il 2 giugno. Nel dopoguerra, la coscienza antifascista e solidale acquistata da Vera con la Resistenza è stata mantenuta sempre vigile attraverso impegni politici e sociali che hanno affiancato la sua normale vita di donna. È questa coscienza che l'ha convinta a lavorare nell'ANED, per contribuire a tenere vivo il ricordo delle responsabilità del fascismo e del nazismo nel disastro della guerra e nella persecuzione degli innocenti e per onorare la memoria delle migliaia di donne e uomini italiani che hanno combattuto e pagato, spesso con la vita, la dignità democratica del nostro Paese. Domenica 15 marzo 2009 l'assemblea ANED di Roma l'ha eletta presidente della Sezione.