Vermondo Di Federico
Era stato chiamato alle armi pochi mesi prima dell'armistizio ed assegnato all'11° Reggimento di Fanteria "Forlì". Dopo l'8 settembre 1943 entrò nella formazione partigiana "Giacomo Lombardi" - dal nome del Magg. degli Alpini a capo di un gruppo che operò a nord di Pescara, e che riuniva altri nuclei resistenziali - distinguendosi per la sua audacia. Catturato dai tedeschi nel giugno del 1944 e condannato a morte, il ragazzo si lanciò contro il plotone di esecuzione, consentendo la fuga di alcuni suoi compagni. Dice la motivazione della ricompensa alla memoria: "A capo di una banda di partigiani, ha strenuamente lottato contro le truppe tedesche finché, catturato e messo al muro insieme ad altri compagni per essere passato per le armi, non si dava per vinto, ma con un gesto di sublime follia, si scagliava armato soltanto della volontà e della fede contro il plotone di esecuzione. Col gesto disperato che gettava lo scompiglio nelle file dei carnefici, egli dava a sé stesso la morte degli eroi, ai compagni la salvezza e la libertà".