Vincenzo Bellino
Appartenente alle FAM (Formazioni Armate Militari) che diventeranno poi le formazioni “Autonome” del maggiore Enrico Martini “Mauri”, Bellino fu. arrestato il 28 aprile 1944, nel corso di una vasta operazione congiunta di Repubblichini e Tedeschi e condivise le peregrinazioni carcerarie degli avvocati monregalesi Eugenio Jemina (che sarà con lui nella lista dei condannati), Guido Garelli e Piero Calleri (più tardi deportati a Mauthausen e lì deceduti). Catturato a Mondovì, dopo il carcere alle Scuderie e poi alle Nuove di Torino, è inviato a Fossoli il 24 maggio '44, dove è immatricolato col numero 1.097 e rinchiuso nella baracca 17 A. Il suo corpo, contrassegnato all'esumazione con il numero 49, fu riconosciuto dalla matricola del campo e da una lettera rinvenutagli. Per Vincenzo Bellino nessun congiunto; la ricerca anagrafica non ha permesso di individuare parenti stretti. A Bellino è stato intitolato un vicolo nel centro di Mondovì ed il suo nome figura, nella stessa città, sulla lapide commemorativa dei Caduti della Seconda guerra mondiale.
(o.b.m.)