Vincenzo Giardini
Il primo arresto lo aveva subito nel 1924, perché sorpreso a diffondere “l’Unità” clandestina, ma l’anno dopo faceva già parte del comitato federale del Partito comunista che dal Faentino si era trasferito a Massa Lombarda (RA). Qui con Mario Babini ed altri compagni aveva fondato la Federazione giovanile comunista che nel 1925 contava, come ricorda Babini in un suo libro, 200 iscritti.
Impegnato nella sua attività di informazione e di mobilitazione dei braccianti, Giardini nel 1932 fu di nuovo arrestato e confinato per cinque anni all’isola di Ponza di dove passò, per altri due anni, in provincia di Matera, a Montalbano Jonico.
Studiando alla “Università del confino” – i suoi insegnanti furono, tra gli altri, Amendola e Pertini – Giardini completò la sua preparazione, e non a caso nell’autunno del 1943 fu, con Boldrini, tra coloro che a Faenza organizzarono il Comitato di Liberazione Nazionale in cui Giardini fu nominato (col nome di battaglia di “Cencio”) commissario partigiano della V Zona e di quelle limitrofe.
Quando a Lugo si tennero nell’aprile del 1946 le prime elezioni libere, Giardini fu eletto sindaco e mantenne questa carica per 18 anni consecutivi, per cui è ricordato come il sindaco della Liberazione e della ricostruzione. Nel 1967 il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat ha nominato Giardini cavaliere della Repubblica e Pertini, nel 1984, gli ha conferito il diploma d’onore “al combattente per la libertà d’Italia”.
Dopo la scomparsa di Giardini, il Comune di Lugo gli ha intitolato una via della Città.
(s.b.)