Vincenzo Lastrina
Figlio di agricoltori, era stato avviato agli studi, che aveva compiuto brillantemente laureandosi in Giurisprudenza all'Università di Roma. Dopo l'incarico di vice pretore in Sardegna, nel luglio del 1940 cominciò per Lastrina la carriera nell'amministrazione dell'Interno. Prestato servizio nelle Prefetture di Bari, Trieste e Vicenza, nel 1942 era segretario di Gabinetto a Genova. Dopo la caduta di Mussolini, il funzionario entrò in contatto con un dirigente del locale Partito comunista. Quando, dopo l'armistizio, gli fu proposta la nomina a capo di Gabinetto, accettò soltanto dopo aver chiesto come comportarsi ai capi della Resistenza genovese. Disponendo delle direttive riservate dei nazifascisti, Lastrina riuscì a scongiurare molti rastrellamenti, evitare centinaia di arresti, sabotare i provvedimenti del Governo di Salò, fornire importanti notizie al CLN e, prima del suo arresto, preziose informazioni agli Alleati. Scoperto col suo fidato collaboratore Franco Zoppoli, il vice prefetto di Genova, il 29 settembre 1944, finì alla "Casa dello Studente", dove le SS del maggiore Engel lo sottoposero a durissimi interrogatori. Rinchiuso poi nel carcere di Marassi, Lastrina prese, il 22 ottobre, la via del campo di concentramento di Bolzano. Un mese dopo veniva tradotto a Mauthausen. Quando gli Alleati liberarono i sopravvissuti del lager, vi trovarono Lastrina ridotto in fin di vita, a pugni, dai suoi aguzzini. Inutile fu il suo ricovero in un'infermeria a Melk. Sulla figura del coraggioso funzionario, già nel 1945, è stato pubblicato a Genova un libro di Ettore Miraglia. Di lui scrisse anche, in Si fa presto a dire fame, Piero Caleffi. Nel 1977, a cura del Comune di Melilli, è stato pubblicato il libro di Michele Rizzo Vincenzo Lastrina: da Melilli a Mauthausen - Il breve viaggio per l'eternità. Nel 2006 a Genova, nel "Giorno della memoria", è stato solennemente ricordato il contributo dato dal viceprefetto alla causa della libertà.