Vincenzo Modica
Ufficiale di cavalleria, si trovava al momento dell'armistizio nel Cuneese. Già il 9 settembre, con Pompeo Colajanni "Barbato", Modica (che per tutto il periodo della Resistenza avrebbe assunto il nome di "Petralia" e che così sarebbe poi stato sempre chiamato a Torino, dai tanti che ricordavano il ruolo da lui avuto nella liberazione del capoluogo piemontese), aveva costituito una delle prime bande partigiane, che sarebbero poi diventate brigate e divisioni "Garibaldi". Fu appunto al comando della 1ª Divisione Garibaldi "Leo Lanfranco" che "Petralia", una settimana prima dell'insurrezione generale, diresse l'attacco dei partigiani contro i brigatisti neri asserragliati a Chieri, liberando la cittadina. "Petralia", che era già stato precedentemente ferito più volte in azioni contro i nazifascisti, era ancora invalido per una pallottola che l'aveva colpito ad una spalla. Ciò non gli impedì, la sera del 25 aprile 1945, di portarsi con le sue unità (IV, XIX e CIII Garibaldi) a dar man forte, agli ordini del comandante di Zona, "Barbato", agli insorti di Torino. Dopo la Liberazione, Vincenzo Modica si diede con successo a varie attività imprenditoriali, sempre impegnandosi a tenere alti i valori della Resistenza. Proprio nel 2002 è stato pubblicato un suo libro di memorie dal titolo: "Dalla Sicilia al Piemonte - Storia di un comandante partigiano".