Vincenzo Pagella
Di famiglia contadina, parteggiò giovanissimo per i socialisti. Emigrato per lavoro nel Principato di Monaco, allorché tornò in Italia riuscì - dopo il servizio di leva - a farsi assumere dalle Ferrovie dello Stato come operaio falegname all'Officina Materiale Rotabile. Pagella si impegnò subito nell'attività sindacale. Eletto deputato socialista nel 1919 e riconfermato nel 1921, aveva nel suo curriculum: una condanna per un comizio antimonarchico nel 1904; l'organizzazione, con conseguente arresto, dello sciopero generale contro la guerra del 1917; la nomina a consigliere provinciale a Torino (dove era molto popolare in Borgo San Paolo), nel 1918. Alla scissione di Livorno restò nel PSI, ma aderì più tardi al Partito comunista, col gruppo detto dei "terzinternazionalisti". Costretto a rifugiarsi a Lione, tornò in Italia dopo vari anni, approfittando di un'amnistia. A Torino (dove era stato tra i fondatori della "Lega proletaria Mutilati e Invalidi di guerra"), nonostante la vigilanza della polizia fascista si diede subito a organizzare i tranvieri. Quando fu costretto a lasciare la città per Valmezzana d'Asti, si collegò con i partigiani della zona; ma il suo contributo alla Resistenza non durò a lungo: Vincenzo Pagella fu stroncato da un male incurabile.