Vito Olivetti
Giovanissimo partigiano della Brigata cattolica "Damiano Chiesa", Vito Olivetti si distinse in numerose azioni nella zona del Grappa. Nominato comandante di squadra nell'aprile del 1944, assunse successivamente il comando di un distaccamento. Nei giorni della Liberazione, il ragazzo s'impegnò - era il 29 aprile 1945 - nell'azione che l'avrebbe reso cieco e che gli sarebbe valsa la massima ricompensa al valor militare con questa motivazione:"Entrato, fin dall'inizio del movimento clandestino di liberazione, a far parte delle formazioni partigiane, non conobbe soste e mai dette tregua al nemico. Nei giorni della riscossa si offrì volontario per individuare un appostamento tedesco, che ostacolava il transito su una rotabile di grande comunicazione e, seguito da un solo compagno, riusciva a scoprire la casamatta in cemento armato in cui il nemico era annidato. Fatto segno ad intenso fuoco, veniva colpito in fronte da un proiettile che gli asportava gli occhi e nonostante la grave ferita ed il dolore cocente continuava a sparare per indicare ai compagni accorsi la direzione dell'appostamento avversario. Brancolando nel buio per la mutilazione subita, si dichiarava fiero di aver offerto la vista per la redenzione della Patria". Dopo la Liberazione, il giovane fu affidato alle cure dei medici. Una lunga, dolorosa degenza. Nel giugno del 1948, Vito Olivetti fu collocato in congedo assoluto come grande invalido di guerra e si stabilì a Bassano del Grappa.