Vittorio Gasparini
Chiamato alle armi nel 1939, aveva prestato servizio nel Battaglione "Edolo" degli Alpini. Nel 1942 era stato nominato capitano, ma esonerato perché mandato, come "mobilitato civile", presso gli stabilimenti Bombrini-Parodi Delfino di Roma. Subito dopo l'armistizio, Gasparini si era messo a disposizione del Fronte clandestino romano della Resistenza, che l'aveva mandato in missione a Milano. Qui il giovane ufficiale riuscì ad operare per qualche tempo. Poi cadde nelle mani dei nazifascisti, che lo fucilarono in piazzale Loreto con Libero Temolo e altri tredici antifascisti. Questa la motivazione della decorazione al valore: "Si prestava volontariamente a cooperare con il fronte clandestino di resistenza della Marina militare raccogliendo e inviando preziose informazioni militari, politiche ed economiche risultate sempre delle più utili allo sviluppo vittorioso della guerra di liberazione. Arrestato dai tedeschi e torturato per più giorni consecutivi resisteva magnificamente senza mai tradirsi né rivelare i segreti a lui noti, addossandosi le altrui colpe e riuscendo con ciò a scagionare un compagno che veniva liberato. Condannato a morte veniva barbaramente fucilato in una piazza di Milano, poco discosta dalla propria abitazione e dai propri familiari. Elevato esempio di indomito coraggio e di incrollabile forza morale, ammirevole figura di ufficiale e di martire che ha coronato la propria esistenza invocando la Patria".