Vittorio Marandola
Dell'eroico comportamento di Salvo D'Acquisto, non sapeva nulla Vittorio Marandola quando, d'accordo con i commilitoni Sbarretti e La Rocca, decise di lasciare il rifugio che aveva trovato sui monti, pur di salvare dieci fiesolani innocenti . Eppure fu spinto dallo stesso impeto, che mosse il giovane vicebrigadiere dei Carabinieri, fucilato nei pressi di Roma dai tedeschi. Il gesto di altruismo di Marandola e dei suoi due commilitoni, pochissimo conosciuto, è ricordato nella motivazione della decorazione al valore concessa alla sua memoria, che recita: "Durante la dominazione nazifascista teneva salda la tradizione di fedeltà alla Patria, prodigandosi nel servizio ad esclusivo vantaggio della popolazione e partecipando, con grave rischio personale, alla attività del fronte clandestino. Pochi giorni prima della liberazione, mentre già al sicuro dalle ricerche dei tedeschi, si accingeva ad attraversare la linea di combattimento per unirsi ai patrioti, veniva informato che il Comando germanico aveva deciso di fucilare dieci ostaggi nel caso egli non si fosse presentato al comando stesso entro poche ore. Pienamente consapevole della sorte che lo attendeva, serenamente e senza titubanze la subiva perché dieci innocenti avessero salva la vita. Poco dopo affrontava con stoicismo il plotone di esecuzione tedesco e al grido di 'Viva l'Italia!', pagava con la sua vita il sublime atto di altruismo. Nobile esempio di insuperabili virtù militari e civili."