Vittorio Mario Giuliani
Al momento dell'armistizio si trovava a Modena, allievo di quell'Accademia militare. Quando gli fu proposto l'arruolamento nell'esercito di quella che va sotto il nome di repubblica di Salò, il giovane allievo scelse la strada della Resistenza e, tornato nel Cuneese, si unì ai partigiani del movimento Giustizia a Libertà. Col nome di battaglia di "Cioiu", il ragazzo è prima capo squadra di una banda di "Italia Libera" in Valle Stura, poi comanda il distaccamento guastatori della Brigata "Giustizia e Libertà" in Valle Varaita. Dirige, infine, sulle montagne del Cuneese, la Volante guastatori della Brigata GL "Saluzzo". Delle azioni partigiane di Giuliani, che gli valsero le decorazioni al valore, parlano Mario Giovana e Giorgio Bocca nei loro scritti sulla Resistenza in Piemonte. Giuliani ottenne la Medaglia d'argento, nel 1948, con decreto dell'allora Presidente della Repubblica Enrico De Nicola, per il suo valoroso comportamento (era il 21 agosto del '44) in occasione della distruzione del ponte di Brossasca e, nello stesso giorno, di un altro viadotto a Valle Curta. Nel secondo episodio Giuliani rimase coinvolto nell'esplosione, ma benché contuso, continuò nella lotta. Per proteggere il ripiegamento dei suoi compagni incalzati dal nemico, rimase gravemente ferito ad un braccio. La medaglia di bronzo fu concessa a Giuliani nel 1950, con decreto di Luigi Einaudi, in riconoscimento del valore dimostrato dal giovane partigiano durante un vittorioso corpo a corpo con i tedeschi, avvenuto a Busca (Cuneo), il 12 marzo 1944.