Chi ha deciso di dare una medaglia a un ufficiale fascista?
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Huffington Post, 16 marzo 2015: Medaglia del governo al repubblichino Paride Mori, Graziano Delrio: "Se c'è errore, revochiamo il riconoscimento"
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Nel 70° della liberazione, a Montecitorio, viene consegnata una medaglia a ricordo di un ufficiale fascista della Repubblica di Salò? Sembra incredibile ma è proprio così. Chi ha deciso di concedere il riconoscimento alla memoria di Paride Mori, del battaglione "Benito Mussolini" che combattè a fianco delle SS naziste?
E con quali criteri? Domande inquietanti che pretendono risposte certe e rapide. Esigenza di cui si fa interprete Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell'Anpi:
"Ho appreso dalla stampa la notizia della consegna di una medaglia, in una sala della Camera dei deputati, dove si trovavano anche il Presidente della Repubblica e la Presidente della Camera, ad un fascista della Repubblica di Salò. La notizia appariva così incredibile (e grave) che sono stato lieto di apprendere, da una dichiarazione emanata dalla Presidenza della Camera, che la Presidente Boldrini non aveva dato alcun premio, né aveva in alcun modo concorso ad individuare il nome del “premiato” tra quelli meritevoli di onorificenza (sono parole pressoché testuali del comunicato della Presidenza della Camera). Altrettanto credo sia accaduto per il Presidente Mattarella, ma non è possibile anticipare nulla al riguardo, finché non ci sarà qualche comunicazione da parte del Quirinale".
"Di certo - commenta Smuraglia - un’onorificenza è stata consegnata dal Sottosegretario Delrio e dunque a nome della Presidenza del Consiglio. Anche il Sottosegretario ignorava tutto? Sembrerebbe impossibile; comunque, chi ha proposto e deciso quella onorificenza proprio nell’anno del 70° anniversario della Resistenza? A quali criteri ha obbedito la speciale Commissione che valuta per la Presidenza del Consiglio le onorificenze? È veramente difficile accontentarsi della prospettazione di un “errore”, a fronte di situazioni che imporrebbero una vera sensibilità democratica. Pensiamo che su questo debba essere fatta chiarezza assoluta ed al più presto. Altrimenti dovremmo pensare che la Presidenza del Consiglio, che si propone di celebrare il 25 aprile e il 70° è disponibile, al tempo stesso, a riconoscere “i meriti” di chi militò dalla parte della dittatura, del fascismo, della persecuzione degli ebrei, degli antifascisti e dei “diversi”. Davvero, tutto questo appare inconcepibile; l’ANPI attende, comunque, chiarimenti precisi e definitivi e, soprattutto, che ognuno si assuma le responsabilità che gli competono. Dopo di che, prenderemo – a ragion veduta – le nostre posizioni di antifascisti e di combattenti per la libertà, che non conoscono né tentennamenti né ambiguità, ma si riconoscono nella vera storia del nostro Paese e nella Costituzione che lo regola e pretendono che altrettanto facciano le istituzioni."
Documento del Coordinamento ANPI Emilia-Romagna
Documento del Coordinamento ANPI Emilia-Romagna inviato il 17 marzo 2015 al Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, al Presidente dell'ANPI nazionale, Carlo Smuraglia, ai Presidenti delle ANPI provinciali Emilia Romagna.
Il riconoscimento a Paride Mori, concesso come martire italiano caduto nelle foibe titine, si basa su un falso storico: Paride Mori era un capitano del famigerato battaglione Mussolini e cadde in uno scontro a fuoco con i partigiani all’inizio del ’44. A ciò si aggiunga che il ricordo dello stesso tra i fascisti diede il nome a una compagnia repubblichina responsabile di fucilazioni di partigiani fino a termine guerra.
Di fronte a questi dati, facilissimi da reperire, non si capisce il comportamento della commissione di ricercatori che hanno istruito un elenco di caduti da significare in occasione della Giornata del Ricordo. Il ministro Delrio e il presidente della camera Boldrini hanno dichiarato l’errore fatto e si sono impegnati a recuperare immagine istituzionale e storica. L’ANPI dell’Emilia-Romagna (Paride Mori è di Parma) era già intervenuta per ripristinare la verità in altre occasioni e auspica che ciò valga anche oggi e con urgenza e diffusione adeguata della notizia.
Ciò nondimeno va messo in luce un atteggiamento non più solo grossolano e antistorico, bensì consapevole, di gruppi e partiti che con espliciti riferimenti fascisti e nazisti chiedono e ottengono l’uso di spazi comunali sia aperti e sia chiusi per manifestazioni. L’ANPI che già ha denunciato questo ora rinnova la denuncia e invita le autorità preposte alle autorizzazioni a prendere provvedimenti nel rispetto della Carta Costituzionale: nello spirito e nella forma antifascista.