Chiusa la campagna ANPI di raccolta fondi per le attività di Emergency a Gaza: raggiunti 155.000 euro
Si e svolta oggi a Roma la Conferenza stampa di chiusura della campagna ANPI di raccolta fondi per la costruzione di una clinica di EMERGENCY a Gaza. La campagna è partita il 4 ottobre scorso e ha raggiunto quota 155.000 euro. Si potrà ancora contribuire fino a domenica 12 gennaio connettendosi alla pagina https://insieme.emergency.it/participant/anpi-per-gaza
Di seguito estratti degli interventi alla conferenza stampa:
Gianfranco Pagliarulo, presidente Nazionale ANPI:
"Abbiamo lanciato questa iniziativa con Emergency perché davanti allo sfacelo di Gaza ci siamo resi conto che serviva anche una solidarietà concreta, e abbiamo pensato a Emergency, la cui storia è esattamente questa. Abbiamo raccolto online 155.000 euro in tre mesi. Poi abbiamo articolato la campagna anche con banchetti sui territori. Credo che questa esperienza possa essere generalizzata da tante associazioni come una delle possibili buone pratiche concrete per aiutare la gente, meglio, i superstiti, di Gaza. Il risultato è molto superiore alle aspettative. Una vera e propria gara di solidarietà, una pioggia ininterrotta di versamenti che ci conferma l’attenzione e la sensibilità popolare sulla tragedia di Gaza. Ci basta tutto ciò? No. È stato necessario, ma non sufficiente, sia perché continua da più di un anno la distruzione sistematica dell’intera striscia di Gaza e la persecuzione dei gazawi, sia perché le dichiarazioni di Trump anche per il Medio Oriente fanno pensare al peggio. Per questo lanceremo prossimamente una nuova campagna per la condizione fondamentale affinché sia garantita la vita delle persone, e cioè il cessate il fuoco"
Presidente nazionale di Emergency Rossella Miccio: “Dopo mesi di attesa per ottenere il permesso umanitario, lo scorso agosto EMERGENCY è entrata nella Striscia di Gaza per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione martoriata dalla guerra – spiega la Presidente nazionale di EMERGENCY Rossella Miccio -. Purtroppo, però, la possibilità di portare aiuto ai gazawi deve fare i conti con grandi limitazioni nell'accesso di personale, farmaci e attrezzature, oltre che con le difficili condizioni di sicurezza e uno spazio umanitario garantito sempre più ristretto. Tanto più in considerazione di queste difficoltà, ringrazio l’ANPI per il sostegno prezioso al progetto. Un impegno di cui c’è grande bisogno. I nostri operatori, che pure sono abituati a lavorare in contesti di conflitto, ci dicono infatti che quanto vedono a Gaza è al di là dell’immaginazione sia in termini di distruzione che di condizioni di deprivazione per la popolazione: mancano quasi del tutto acqua, cibo, abitazioni, servizi sanitari, scuole e sicurezza. Per questo è sempre più urgente un cessate il fuoco per Gaza e torniamo a chiedere che il governo si impegni in questa direzione.”
Roberto Guerrieri, infermiere di EMERGENCY appena rientrato da Gaza
“La popolazione è allo stremo, i bisogni sanitari sono enormi e gli ospedali locali che ancora sono operativi non riescono a gestirli – racconta Roberto Guerrieri, infermiere di EMERGENCY da poco rientrato in Italia da Gaza -. EMERGENCY ha iniziato le attività sanitarie nella Striscia di Gaza a novembre supportando la clinica da campo allestita ad al-Mawasi dall’organizzazione palestinese CFTA (Culture & Free Thought Association), dove visita una media di 170 persone al giorno di cui circa la metà minori o bambini. Molti pazienti soffrono di patologie respiratorie, gastrointestinali, cutanee, uno su 10 è malnutrito. Tutte patologie che con l’irrigidirsi delle temperature peggiorano. Tanti anche i pazienti cronici, rimasti per mesi senza terapie. A dicembre ricevuta finalmente la conferma della deconfliction, ossia il riconoscimento che l’area scelta da EMERGENCY è e sarà esclusa da attività militari da parte delle forze armate israeliane, abbiamo avviato il cantiere delle nostra clinica* e speriamo che nelle prossime settimane possa essere operativa”. *EMERGENCY ha avviato la costruzione della sua clinica nell’area di Al Qarara – Governatorato di Khan Younis
Ha coordinato gli interventi la giornalista Luciana Cimino