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Cinque comandanti partigiani: "Ritirate quel calendario tarocco"

Dopo il monito dell'ANPI Veneto, cinque comandanti partigiani chiedono alla provincia di Padova il ritiro del calendario "taroccato" che dimentica le feste del 25 aprile e del 1° maggio. Ma andiamo per ordine.

La lettera dei cinque comandanti partigiani

Alla Presidente della Provincia di Padova
Dott. Barbara Degani.

Signora Presidente,

abbiamo appreso recentemente dell’esistenza di un calendario che - realizzato e diffuso dalla Provincia di Padova da Lei presieduta - sembrerebbe non contemplare il 25 aprile come Festa della Liberazione, di fatto annullandola.

Ebbene, siamo profondamente sconcertati, indignati, amareggiati per tanta disattenzione e disaffezione nei confronti di una giornata storica, fondativa della Repubblica, che ha di fatto riunito il Paese, col sacrificio di tanti uomini e donne generosi, coraggiosi, dotati di un incomparabile senso di responsabilità e del dovere civile.

Una giornata grazie alla quale in seguito si è potuto dar vita a Istituzioni libere e democratiche tra le quali anche quella da Lei rappresentata.

Come spiegare, spiegarci questo gesto? Come spiegarlo al popolo tutto che da sempre riconosce tra le sue radici migliori e più unificanti proprio la Lotta di Liberazione?

Siamo qui a chiederLe, dunque, il ritiro immediato del calendario in oggetto. Perché la storia del Paese non sia falsificata, per il rispetto che dobbiamo ai combattenti della libertà, per i giovani che hanno il diritto di conoscere e riconoscere le loro origini civili.

Per la dignità dell’Italia.



Franco Busetto – Ufficiale di collegamento – Comando Interregionale Brigata Garibaldina “3 Venezie” (Componente del Comitato nazionale ANPI)

Gino Cattaneo – Comandante della Divisione “M.O. Renzo Cattaneo” delle formazioni Matteotti del Piemonte (Vice Presidente nazionale ANPI)

Lino “William” Michelini – Ufficiale Settima Brigata GAP “Gianni” (Vice Pres. naz. ANPI)

Massimo Rendina – Capo di Stato Maggiore Prima Divisione “Leo Lanfranco” – Brigate Garibaldi (Componente del Comitato nazionale ANPI)

Walchiria Terradura – Comandante della squadra “Settebello” (Presidenza Onoraria ANPI)

La presa di posizione dell'Anpi Veneto

Contro il revisionismo, contro il tentativo di negare le radici antifasciste della nostra democrazia, ci troveranno, vecchi e giovani, sempre vigili e pronti alla mobilitazione". Si conclude così la presa di posizione del Presidente Regionale ANPI Veneto, On. Franco Busetto, dopo le polemiche e le proteste per la diffusione da parte della Provincia di Padova di un calendario che "dimentica" la festa del 25 aprile e quella del 1° maggio.

Spiega Busetto: "Ha fatto scalpore e ha suscitato numerose proteste, sia da parte dell’ANPI che da parte di Comuni, di forze politiche e cittadini, la recente iniziativa della Amministrazione Provinciale di Padova, governata da PdL e Lega Nord, che ha diffuso un calendario il quale - volutamente e colpevolmente - ignora Feste Nazionali come la Liberazione e la Festa del Lavoro, fondative e costitutive della nostra identità patriottica e repubblicana. In realtà questo revisionismo d’accatto è presente da tempo nell’operato di altri Enti Locali Veneti che hanno una direzione politica di centro destra: ecco il caso del Sindaco Leghista di Mogliano Veneto (TV) che intendeva proibire alla Banda Comunale di eseguire, durante le ultime celebrazioni della Liberazione, Bella Ciao; ed ancora l’ ambiguità della Sindaca di San Donà di Piave (Ve), Francesca Zaccariotto, che il 25 Aprile non fa nulla per celebrare la Liberazione, ma indice la Festa di San Marco; oppure il misero rovescismo della Amministrazione Comunale di Santa Maria di Sala(VE) che intende come Festa della Liberazione la deposizione di una corona d’alloro da parte di due vigili urbani, nell’ assenza di tutti gli Amministratori; nel mentre il 24 Aprile Sindaco e Giunta dello stesso paese organizzano un incontro pubblico con il noto fascista Marco Pirina .O ancora i tentativi - fin qui sempre rintuzzati - dei Comuni Veneziani di Mirano e Chioggia di intitolare strade e luoghi pubblici a fascisti,di spostare in periferia monumenti alla Resistenza ecc."
"E gli esempi - aggiunge Busetto - potrebbero continuare. In tutti questi casi le strutture dell’ANPI sono intervenute a denunciare l’assenza di rispetto istituzionale e di senso della tradizione patriottica e antifascista che caratterizza Amministratori che pure hanno giurato fedeltà alla Costituzione. Questa protesta ha aggregato centinaia di persone, di ogni età e convinzione politica; ed è anche sull’onda di questa protesta, di questa indignazione democratica, che l’ANPI delle province Venete ha rafforzato la sua influenza e la sua forza organizzata".
"Sappiano gli Amministratori Locali del Veneto che sciaguratamente avessero dimenticato l’origine costituzionale e democratica del loro mandato - conclude Busetto - che contro il revisionismo, contro il tentativo di negare le radici antifasciste della nostra democrazia, ci troveranno, vecchi e giovani, sempre vigili e pronti alla mobilitazione.

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