"Difendiamo la tregua a Gaza per costruire una pace duratura. Il governo italiano riconosca finalmente lo Stato di Palestina"
"Dopo l'eccidio e il sequestro degli ostaggi israeliani del 7 ottobre 2023 e dopo 15 mesi di bombardamenti e di azioni sul terreno che hanno causato una inedita e spaventosa strage di palestinesi, bambini, donne, anziani, accogliamo con sollievo la notizia della tregua, del progressivo ritiro dell'esercito israeliano da Gaza, del graduale rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, della fine dell'embargo degli aiuti umanitari. Ci auguriamo che le parti non recedano dagli impegni assunti, come disgraziatamente sembra possibile dalle ultime notizie. Non c'è dubbio che l'accordo, se confermato, sia una novità positiva. L'accordo è comunque una finestra di opportunità che va coltivata, operando perché dalla tregua si possa passare nel tempo a una pace duratura che garantisca ai palestinesi il diritto alla vita e agli israeliani la sicurezza. Assieme, andrebbe finalmente e concretamente ripresa la prospettiva di due popoli in due Stati, a parole sostenuta anche da Paesi amici di Israele, come gli Stati Uniti e la stessa Italia. Per questo ancora una volta chiediamo al governo italiano che finalmente riconosca lo Stato palestinese e che operi perché cessi la colonizzazione israeliana della Cisgiordania. Tale prospettiva è necessaria affinché, oltre al diritto alla vita, sia garantito a tutti i palestinesi il diritto a una terra e a una patria. A questo proposito rinnoviamo l'invito a tutti gli enti locali - già avanzato da tante nostre organizzazioni territoriali - ad approvare risoluzioni in cui si riconosce lo Stato di Palestina, come già avvenuto in tante città fra cui Milano, Firenze, Bari. Nel tragico tempo di guerra che stiamo vivendo, l'accordo di tregua a Gaza è in ogni caso un'occasione per rilanciare il negoziato e la trattativa come strumento di regolazione dei conflitti, e sarà compito della diplomazia internazionale operare in questa direzione, rilanciando l'autorevolezza delle Nazioni Unite con la presenza di forze di interposizione di pace. Infine, davanti alla catastrofe umanitaria, per superare le devastazioni fisiche, psicologiche e morali causate dal massacro, per contribuire ad avviare la ricostruzione del territorio, riteniamo sia necessario garantire alle associazioni umanitarie e della cooperazione internazionale la possibilità di operare nei territori devastati"
Segreteria nazionale ANPI
16 gennaio 2025