Enrichetta Cabassa
Lavorava in una sartoria di Parma, in borgo del Carbone, che il titolare, Giovanni Cordani, aveva trasformato in un centro di smistamento della stampa antifascista. La giovane donna, che aveva il marito disperso in guerra, decise di impegnarsi nella Resistenza anche per contribuire alla conclusione del conflitto. Le fu così affidato il compito di staffetta, al quale assolse egregiamente affiancando Ines Bedeschi e diventando punto di riferimento del Comando Nord-Emilia per mantenere i collegamenti con le varie formazioni partigiane. Quando i sospetti dei fascisti finirono per appuntarsi sulla Cabassa, la giovane sarta fu mandata in montagna ed inquadrata nella 143a Brigata Garibaldi "Aldo". "Silvia", così era conosciuta nella Resistenza, si trovava a Palanzano, nei locali della Banca di risparmio di Parma occupati dal Comando di raggruppamento, quando fu investita dallo scoppio accidentale di una bomba. L'esplosione che uccise "Silvia", provocò anche la morte di due partigiani e di un falegname che stava lavorando nel locale. Enrichetta Cabassa è anche ricordata nel sito Internet www.parmaindialetto.it.