Giovanni Nardi
Sorpreso dall'armistizio in Istria mentre era sotto le armi, prese subito parte alla lotta antinazista combattendo nel Battaglione "Trieste". Appena poté tornare nella sua terra natale, fu tra i primi organizzatori della Resistenza nell'Imolese. Audace combattente, fu nominato, con il nome di battaglia di "Caio", comandante di compagnia della Brigata Garibaldi "Bianconcini". Dopo aver partecipato a numerose azioni, cadde con alcuni compagni in un'imboscata tesagli da preponderanti forze nemiche a Casetta di Tiara. Secondo la testimonianza resa dal parroco di Casetta di Tiara, i nazifascisti piombarono sui partigiani così all'improvviso che questi non ebbero praticamente il tempo di difendersi. Due furono immediatamente uccisi. Un terzo, colpito al petto, fu finito da un ufficiale tedesco con un colpo alla nuca, mentre era tra le braccia del prete. Un altro ferito, Caio appunto, che aveva tentato di resistere, fu freddato allo stesso modo. Altri quattro partigiani furono fucilati contro il muro di una casa. Furono tutti sepolti, sino alla Liberazione, nel piccolo cimitero del luogo.