Bruno Viola
Risiedeva con i genitori nel comune di Caldogno, quando decise di arruolarsi in Marina dove divenne radiotelegrafista. L'8 settembre 1943, si trovava a Roma, presso il "Distaccamento Marinai". All'armistizio il giovane, che durante la Resistenza tutti avrebbero chiamato " Marinaio", raggiunse i suoi nel Vicentino e, nella primavera del 1944, si aggregò ad una piccola formazione di patrioti, attiva nella zona tra Gambugliano e Torreselle. Il gruppetto si aggregò poi al battaglione "Marzarotto", operante nell'alta Val Posina. Ai primi d'agosto "Marinaio", al quale era stato affidato il comando di una squadra della Divisione garibaldina "Garemi", si portò alla Malga Zonta, dove gli Alleati avrebbero dovuto effettuare un aviolancio d'armi e munizioni. I rifornimenti non arrivarono mai. Invece, quasi certamente per una delazione, giunsero nella notte tra l'11 e il 12 agosto, nella zona di Passo Coe, reparti di SS e d'Alpenjaeger che cominciarono a rastrellare le malghe. Intorno alle 5 del mattino, uno dei dodici partigiani di Viola, che era stato lasciato di guardia, si accorse dell'arrivo dei tedeschi e diede l'allarme. Ma Malga Zonta era ormai completamente circondata. La coraggiosa reazione dei partigiani, male armati, non durò a lungo. "Marinaio", i suoi dodici uomini e quattro dei malgari che si trovavano nel rifugio, furono fucilati sul posto, poche ore dopo la resa. La motivazione della ricompensa al valore attribuita a Bruno Viola ricorda che: «Comandante di una pattuglia di partigiani, teneva fronte per lungo tempo a soverchianti forze tedesche che l'avevano circondato. Terminate le munizioni, abbatteva in lotta corpo a corpo due nemici e con le armi ad essi strappate prolungava l'eroica resistenza finché sparata l'ultima cartuccia, veniva sopraffatto e catturato. Condotto alla fucilazione, insieme ad altri compagni, li incitava al supremo sacrificio e prima di morire lanciava in faccia ai carnefici il grido: "Viva l'Italia!"». A Bruno Viola sono state intitolate una via a Vicenza e una piazza a Caldogno. Alla Malga Zonta una lapide ricorda anche le altre vittime dei nazisti: Marcello Barbieri (nato a Valdagno nel 1926), Antonio Cocco (Monte di Malo,1912), Romeo Cortiana (1925), Ferdinando Dalla Fontana (Arsiero, 1924), Dino Dal Maso (Posina, 1926), Angelo Dal Medico (Monte di Malo, 1923), Gildo De Pretto (Posina, 1899), Giocondo De Vicari (Roncà, 1926), Bortolo Fortunato, Gelsomino Gasparoni (San Vito di Leguzzano, 1925), Angelo Losco (Posina, 1926), Giuseppe Marcante (Monte di Malo, 1925), Eupremio Marchet (Seren del Grappa, 1921), Mario Scortegagna (San Vito di Leguzzano, 1925), Giobatta Tessari (Malo, 1925), Domenico Zordan (Monte di Malo, 1921).