Enrico Martini Mauri
Dopo la Scuola allievi ufficiali di Bra e l'Accademia militare di Modena, la vicenda d'Enrico Martini (al suo cognome aggiunse, dopo la Liberazione, quello di Mauri, nome di battaglia adottato nella Resistenza) è stata, sino all'armistizio, quella di tanti altri ufficiali di carriera: guerra dell'Africa orientale come tenente degli alpini, seconda guerra mondiale come maggiore in Africa settentrionale, rientro in Italia per malattia nel gennaio 1943. In servizio presso lo Stato maggiore dell'Esercito al momento dell'armistizio, Martini partecipa alla difesa di Roma poi, occupata dai tedeschi la Capitale, l'ufficiale ripara nelle sue terre e con il nome di Mauri, organizza le "Brigate Autonome" nel Cuneese, nella Langhe e nel Monferrato. Di sentimenti monarchici, con la mentalità del militare, Mauri (che grazie ai rapporti preferenziali instaurati con la missione inglese del maggiore "Temple", riceve lanci regolari di armi, munizioni e vettovagliamento), tende a tenere sotto il suo controllo tutta la zona. Ne nascono frizioni con le formazioni garibaldine e GL che si attenuano quando, il 10 ottobre del 1944, gli "Autonomi" occupano in modo incruento, dopo una trattativa con il presidio fascista, la città di Alba. Garibaldini e GL giungono in appoggio e dopo venti giorni partecipano ai combattimenti, che il 2 novembre si concludono con la riconquista della città da parte dei nazifascisti. Dopo la ritirata dei partigiani da Alba altri dissapori: gli Alleati (che non vedono di buon occhio la presenza in forze di Garibaldini e GL, troppo orientati a sinistra), suggeriscono che, nell'inverno, le grandi formazioni partigiane di montagna siano frammentate, per ricostituirsi a primavera. Garibaldini e GL rifiutano, Mauri esegue, ma nella primavera del 1945 riesce a riformare i suoi gruppi e ottiene il controllo della VI Zona (Monregalese-Langhe), comprendente anche il basso Astigiano. Quando arriva il momento dell'insurrezione gli "autonomi" di Mauri prendono per primi il controllo di Ceva, Mondovì, Fossano, liberano di nuovo Alba e il 27 aprile entrano a Torino. Per il suo contributo alla guerra di liberazione Enrico Martini Mauri, oltre alla massima ricompensa al valore italiana, ha ottenuto la Bronze Star statunitense e la Croce d'Oro polacca. Dopo essere stato consultore nazionale dal 1945 al 1946 Martini Mauri (che nel 1946, dopo essersi laureato in Legge, divenne dirigente industriale), si ritirò dalla vita politica, pur continuando ad avere incarichi di prestigio in organizzazioni italiane ed europee della Resistenza. Nel marzo del 1963 era stato anche nominato Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.