Giordano Bruno Rossoni
Arruolatosi come aviere volontario nel 1926, dieci anni dopo Rossoni partecipò come sottotenente pilota alla campagna d'Etiopia. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, vi prese parte come capitano comandante di squadriglia. Al momento dell'armistizio si trovava a Padova. Rifiutò di consegnarsi ai tedeschi e si portò nell'Italia liberata. A Bari fu preso in forza dal Comando della 4a Squadra aerea e fu impiegato dal SIM (Servizio informazioni militari). Sbarcato da un sommergibile sul litorale veneto, svolse per sei mesi una coraggiosa e preziosa attività informativa, finché non fu catturato dai tedeschi. La motivazione della massima ricompensa al valore, ricorda che il capitano "più volte sollecitato ad entrare al servizio del nemico, sempre rifiutava per quanto ben consapevole che solo così avrebbe potuto salvare la vita e, disdegnando ogni doppio gioco o morale compromesso, con nobile testimonianza, asseriva di voler lasciare alla moglie e al figlio, che teneramente amava, pura eredità di memoria. Manteneva e fermamente rinnovava questo suo divisamento fra le lusinghe e brutali sevizie nei campi di internamento tedeschi e, soldato fedele, veniva dalle SS germaniche barbaramente soppresso". La città natale del capitano Rossoni gli ha intitolato una via.