Adriano Ghione
Frequentava a Torino l'Istituto tecnico, ma dopo l'8 settembre 1943, lasciata la scuola, si unì alle prime formazioni partigiane dell'alto Canavese. Partecipò, così, a molti combattimenti e, per il coraggio dimostrato, fu soprannominato "Bataia". Nominato comandante di distaccamento della 7a Brigata Garibaldi, il ragazzo era stato catturato al termine di un conflitto a fuoco con soldati tedeschi. Fu ucciso dopo aver tentato di fuggire mentre, su un camion con altri compagni, veniva trasportato al carcere. Questa la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla sua memoria: "Studente diciassettenne, animato da vivo amore di Patria, subito dopo l'armistizio si prodigava nella lotta di liberazione riunendo, sin dai primi giorni, altri giovani volonterosi ed arruolandosi, con loro, nelle fila partigiane. Durante tredici mesi di dura lotta, forniva ripetute e belle prove di decisione e di coraggio, particolarmente distinguendosi nei combattimenti di Pont, di Cuorgnè, di Ozegna e di Noasca. Sorpreso e catturato insieme ad alcuni suoi partigiani nel corso di un'azione e deciso a sacrificarsi per liberare i dipendenti, mentre veniva trasportato in autocarro ingaggiava improvvisamente la lotta contro la scorta tedesca. Disarmato un militare, feriva a morte un ufficiale e dava, così, modo ai suoi uomini di fuggire. Passato per le armi sul posto cadeva da prode nel nome d'Italia".