Otello Pighin
Dopo essersi laureato all'Università di Padova, aveva frequentato la Scuola allievi ufficiali di artiglieria a Lucca. Ne era uscito col grado di sottotenente ed era stato destinato al 9° Reggimento artiglieria "Brennero". Nel 1940 era stato mobilitato sul Fronte occidentale e, l'anno dopo, su quello greco-albanese. Rimpatriato per una grave malattia e collocato in congedo, Otello Pighin era diventato assistente universitario, proprio nella Facoltà nella quale aveva conseguito la laurea. Attivo militante del Partito d'Azione, dopo l'armistizio fu tra i primi organizzatori della Resistenza nel Veneto. Così è ricordato nella motivazione della massima ricompensa al valor militare: «Ingegnere ed assistente universitario, noto in tutto il Veneto come il leggendario "Renato", fondatore e comandante della Brigata "Silvio Trentin", univa all'audacia, all'iniziativa, il supremo disinteresse, la competenza tecnica, la fede animatrice. Organizzatore ed esecutore di importanti atti di sabotaggio contro obiettivi nemici, suscitava l'ammirazione degli Alleati che più volte citavano le sue gesta alla radio. Imprigionato una prima volta mentre soccorreva un compagno ferito, riusciva abilmente ad evadere. Invitato ad abbandonare Padova, si opponeva, continuando la sua opera quantunque venisse posta una forte taglia sulla sua persona. Tratto in imboscata per tradimento, rifiutava la resa ed impegnava strenuo combattimento. Colpito e catturato, sottoposto per due giorni ad indicibili torture, non si lasciava sfuggire notizia alcuna e, dalle sue labbra morenti, uscivano soltanto, come una invocazione, i nomi "Italia e Libertà", gli unici ideali che lo animarono nella lotta eroica». A Otello Pighin l'Università di Padova ha intitolato una "Borsa di studio" post laurea in Ingegneria. Portano il nome del valoroso partigiano molte strade e piazze nel Padovano e a Rovigo. Al partigiano azionista è ispirata la figura del protagonista del film Il terrorista di Gianfranco De Bosio.