Mario Finzi
A 15 anni si era diplomato in pianoforte. Premiato, aveva iniziato l'attività concertistica. Ma aveva proseguito gli studi e, a 20 anni, si era laureato in Giurisprudenza, ricevendo per ciò un premio da Vittorio Emanuele III. A 24 anni era già magistrato, ma le leggi razziali fasciste(il giovane era di famiglia ebrea) gli impedirono di svolgere le sue funzioni. Per sostentarsi, Finzi si trasferisce a Parigi e, ottenuto un contratto di pianista dalla Radio francese, si dedica completamente all'attività musicale. Costretto a tornare in Italia per rinnovare il suo visto di espatrio (è intanto iniziata la Seconda guerra mondiale), non lo ottiene e deve quindi fermarsi a Bologna. Insegna nella locale Scuola ebraica e nello stesso tempo si prodiga nell'assistere gli ebrei colpiti dalle leggi fasciste e, soprattutto, gli orfani che, provenienti dalla Germania e dai Balcani, sono accolti a Nonantola in un apposito centro. Segretario dal 1940 della DELASEM emiliana (Delegazione per l'Assistenza degli Ebrei Migranti) Finzi - che nel 1943 aveva aderito al Partito d'Azione e che dopo l'armistizio si era aggregato a una formazione partigiana - non venne mai meno al suo impegno umanitario. Continuò la sua opera anche durante l'occupazione tedesca. È stato calcolato che abbia assistito almeno trecento ebrei perseguitati e che ne abbia salvati da sicura morte non meno di venticinque. Di qui la definizione di "lo Schindler della porta accanto". Arrestato nei primi mesi del 1943, Finzi è scarcerato dopo la caduta di Mussolini. Ma il 31 marzo del 1944, quando si reca in Ospedale per pagare il ricovero di un ragazzo ebreo, Mario Finzi è di nuovo arrestato. Dal carcere bolognese di San Giovanni al Monte passa al campo di concentramento di Fossoli e di qui, il 16 maggio del '44, è tradotto ad Auschwitz-Birkenau. Secondo la testimonianza di un internato ebreo di Rodi, che lo assiste, muore per una grave infezione un mese dopo la liberazione. Nel 1953, il Consiglio comunale di Bologna ha deliberato di intitolargli la via in cui si affaccia la Sinagoga bolognese. Nel 1960 è stato riconosciuto il contributo dato da Finzi alla Resistenza. Nel 1965, il Comitato regionale del "Premio ai buoni" ha conferito a Mario Finzi la "Stella d'oro". Nel 1995 Renato Peri ha pubblicato: Mario Finzi. O del buon impiego della propria vita. Nel gennaio 2007, in occasione del "Giorno della memoria", il Museo ebraico di Bologna ha allestito in suo ricordo una Mostra storico-documentaria, che è stata inaugurata dal sindaco Sergio Cofferati.