Luigi Nuvoloni
Comunista, nel 1938 era entrato in contatto con altri antifascisti del luogo e, nel 1940, aveva costituito a Bordighera un Comitato di settore del Partito comunista. Dopo l'armistizio entrò a far parte del cosiddetto "triangolo militare". Nel marzo del 1944, ricercato dalla Gestapo, fu costretto ad allontanarsi da Sanremo e si portò nella zona di Andora, dove riprese l'attività di organizzazione antifascista. Nuovamente costretto a porsi in salvo, Nuvoloni decise si raggiungere le formazioni partigiane. Col nome di battaglia di "Grosso" fu designato vice commissario politico della IX Brigata d'assalto Garibaldi "Felice Cascione", che è stata la prima Brigata partigiana costituitasi nella I Zona Liguria. Il 24 giugno, durante un rastrellamento nel bosco di Rezzo, "Grosso" cadde in un'imboscata nemica. Nuvoloni, con alcuni compagni di lotta, si stava recando in auto a San Bernardo di Conio, un villaggio di Borgomaro. La vettura fu colpita da una bomba e "Grosso", ferito, fu catturato e fucilato sul posto. Quando, con l'irrobustirsi delle formazioni partigiane, la "Cascione" divenne Divisione, la quinta Brigata della Divisione fu intitolata a Luigi Nuvoloni e ne assunse il comando "Fragola", l'avvocato napoletano Armando Izzo. Porta oggi il nome di "Grosso" una via di Sanremo e per tre anni dopo la Liberazione, ha funzionato, per gli ex partigiani che dovevano concludere i loro studi, un "Convitto Scuola Luigi Nuvoloni".