Gisella Floreanini Della Porta
A quattro anni Gisella aveva perduto la madre ed era stata cresciuta dal padre, un uomo d'orientamento laico e progressista. Naturale che, all'avvento del fascismo, la ragazza si trovasse dall'altra parte della barricata e che vi rimanesse anche quando, rimasta prematuramente vedova e con una figlia, avrebbe potuto, come tanti, disinteressarsi di quanto avveniva nel Paese. La Floreanini, infatti, aderisce nel 1934 al movimento Giustizia e Libertà e nel 1936 entra nel Psi. Per un paio d'anni diffonde stampa clandestina e, soprattutto, raccoglie aiuti per sostenere le famiglie dei perseguitati politici; poi finisce nel mirino dell'Ovra ed è costretta ad emigrare clandestinamente in Svizzera. È nella Confederazione che Gisella si avvicina ai comunisti italiani, nelle cui file passa nel 1942. L'anno successivo, subito dopo la caduta del fascismo, la Floreanini rientra in Italia. Dopo l'8 settembre, prima coopera con Eugenio Curiel e poi svolge compiti di collegamento tra le formazioni partigiane e la Svizzera. Qui è arrestata nel giugno del 1944. Tre mesi dopo, scarcerata, rientra in Italia e raggiunge subito la neonata Repubblica dell'Ossola. Vi organizza i Gruppi di difesa della donna (Gdd), viene nominata commissario aggiunto all'assistenza. Quando la Repubblica dell'Ossola sta per cadere, è Gisella che si preoccupa con successo dell'evacuazione dei bambini in Svizzera. Conclusa l'operazione, riattraversa il confine e, dopo una lunga e pericolosa marcia, in pieno rastrellamento, raggiunge il comando delle brigate valsesiane di Cino Moscatelli e lì dirige l'attività di assistenza ai combattenti del Cusio e del Verbano. All'insurrezione è Gisella che, come presidente del CLN di Novara, tratta la resa del locale comando tedesco. Dopo la Liberazione la Floreanini è stata membro della Consulta nazionale, deputata alla Camera nelle prime due legislature, segretaria dell'Unione nazionale soccorso infanzia, dirigente nazionale dell'Unione Donne Italiane. Fra il 1958 e il 1963 ha ricoperto incarichi di partito nella Federazione internazionale delle donne a Berlino. Dal 1963 al 1968 è stata consigliera comunale a Milano.