Folco Lulli
Durante la guerra fascista in Etiopia, Lulli ebbe il comando di una banda di abissini, che affiancava le truppe regolari italiane. Dopo l'8 settembre 1943, trovandosi nel Cuneese, prese parte alla Resistenza con gli "Autonomi" di Enrico Martini Mauri, prima al comando di una "volante" in Val Maudagna, poi come capo di stato maggiore delle formazioni di Mauri in valle Casotto. Catturato dai tedeschi, Lulli fu deportato in Germania. Riuscì a fuggire e a riparare nell'allora Unione Sovietica. Tornato in Italia, divenne nel dopoguerra un noto attore cinematografico, rivelando la pienezza dei suoi mezzi espressivi in film quali "Vite vendute", "Il bandito", "Senza pietà", "Non c'è pace tra gli ulivi", "Fuga in Francia". Ha partecipato ad una trentina di film di vario genere.