Il commento / L'inciviltà della confisca dei beni dei migranti
Sembrava impossibile, ma invece è accaduto: una nazione civile come la Danimarca ha fatto da apripista (e speriamo che non si vada oltre) disponendo che saranno confiscati i beni e i valori in possesso dei rifugiati, che superino il limite di 1.350 Euro. A me sembra un'idea iniqua, che ricorda angosciosamente tempi contrassegnati dall'orrore, quando si confiscavano i beni agli ebrei.
In un certo senso, si va ancora più in là di quel terrificante abuso, perché dovrebbe essere normale che un migrante, se può, porti con sé qualche cosa per vivere, o addirittura sopravvivere, se non riesce ad insediarsi in un Paese, con un lavoro ed un reddito sicuro. È vero che l'abuso di potere e la disumanità non hanno limiti, ma colpisce il fatto che ad introdurre questo “sistema”, sia proprio un Paese che godeva fama di essere fra i più civili.
D'altronde, di fronte al problema enorme della migrazione, la tentazione è, per molti, quella di ergere muri e fili spinati, respingere decine di migliaia di rifugiati, introdurre deroghe alle leggi vigenti (non solo Schengen), ma addirittura alle Costituzioni e alle leggi di libertà. Tutta questa linea è assolutamente inaccettabile ed improponibile.
Credo che sia veramente da apprezzare quella Ministra della Giustizia francese (Chistiane Taubira) che si è dimessa, disapprovando la linea del suo Governo,
che si propone di ridurre le libertà previste dalla stessa Convenzione dei diritti dell'uomo. Speriamo, peraltro, che ci siano anche altri che si ispirino alla scuola della “schiena dritta” e del rispetto dei diritti.
Carlo Smuraglia, presidente nazionale Anpi