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Il Giorno della memoria nel Novarese

Ecco il programma delle inziative che si svolgeranno, numerosissime, nel Novarese promosse dall’ANPI anche in collaborazione con Enti Locali e altre istituzioni.

23 gennaio ore 21 Teatro Civico di Oleggio, Letture di Primo Levi, a cura di Elena Ferrari e Stefano Micheletti.

24 gennaio ore 21 Biblioteca Negroni di Novara Omaggio a Edith Bruck, proiezione della videointervista, con i curatori Fausto Ciuffi e Ivan Andreoli.

25 gennaio ore 21 Castello Sforzesco di Galliate, La tragedia della deportazione, con Sergio Vercelli.

29 gennaio ore 11.15, aula magna Itis Fauser, Via Ricci Novara, Calcio e Shoah, con Gianni Cerutti-

31 gennaio ore 10, aula magna Facoltà di Economia, Università del Piemonte Orientale, Novara via Perrone 7, Arpad Weisz: il tragico destino dell’uomo che inventò il calcio moderno, con Gianni Cerutti dell’Istituto Storico della Resistenza.

Segnaliamo inoltre due iniziative dedicate ad Alan Turing, il matematico inglese che decodificò il codice segreto nazista, uno dei padri dell’informatica, poi condannato nel dopoguerra per la sua omosessualità (vicenda che lo portò ad una tragica morte prematura). A condannarlo fu la democratica Gran Bretagna, che lo scorso anno ha ufficialmente chiesto scusa per questa vicenda. Le iniziative dedicate a Turing si svolgeranno nelle seguenti date:
21 febbraio ore 18 alla Libreria Lazzarelli di Novara, Alan Turing, la storia del matematico inglese, con Massimo Debernardi; la stessa iniziativa sarà replicata il 26 febbaio alle ore 11.15 nell’aula magna dell’Itis Fauser di Novara, via Ricci, 14.

ll Giorno della Memoria della Shoah è stato istituito dal Parlamento italiano 13 anni fa con una legge votata all’unanimità che fa riferimento a tre categorie di vittime e ad una di persecutori. Le prime sono gli ebrei e i sinti-rom (perseguitati per quello che erano), i deportati politici in KL (perseguitati per quello che facevano o avrebbero potuto fare, come antifascisti, partigiani, operai in sciopero, renitenti alla leva, religiosi di varie fedi) e gli IMI (i militari italiani che dopo l’8 settembre 1943 rifiutarono di continuare la guerra a fianco di Hitler e furono per questo internati). Ma non vanno dimenticate le altre categorie criminalizzate dall’ideologia nazifascista: omosessuali, handicappati, malati incurabili,ragazzi cosiddetti “asociali” che magari suonavano il jazz, considerato allora musica “degenerata”, come tutta quella di origine americana. Per quanto riguarda i persecutori la legge parla chiaramente di nazifascismo.
L’ANPI sottolinea dunque due aspetti importanti . E’ necessario che tutte queste categorie vengano ricordate, evitando di ricorrere a memorie separate che non sono in grado di richiamarci alle nostre responsabilità storiche di italiani e di europei, e alle responsabilità verso le discriminazioni di oggi. E’ inoltre importante evitare di banalizzare queste tragiche vicende, recuperando la storia delle vittime ma anche, cosa assai più difficile, le pseudo motivazioni dei persecutori, la banale “normalità”con cui persecuzioni e deportazioni furono accettate da molti che si ritenevano incolpevoli esecutori di ordini altrui o da altri, indifferenti, che si ritenevano non coinvolti da tali vicende. Facciamo in modo le iniziative dedicate al Giorno della Memoria non divengano rassicuranti autoassoluzioni o celebrazioni retoriche. Il “consumismo”della memoria è in agguato e per evitarlo dobbiamo imparare a capire, e aprire gli occhi sulla società contemporanea, dove razzismi e discriminazioni crescono a dispetto di un mondo sempre più globale, pesantemente segnato da una crisi profonda, non solo economica.