Il Popolo Perfetto
in occasione dei festeggiamenti storici per la liberazione di Arezzo dall'oppressione nazifascista
Venerdi 16 luglio 2021 - ore 21,30
in Piazza S. Agostino
AurorainScena presenta lo spettacolo
Il POPOLO PERFETTO
Progetto drammaturgico ed elaborazione scenica:
Barbara Petrucci, Piero Cherici
con la collaborazione di Massimo Currò
Progetto musicale: Silvio Trotta
Coordinamento di scena: Filippo Mugnai
Con: Graziella Bettini, Massimo Currò, Elisa Fini, Daniele Gonnelli, Alessandro Grassi, Chiara Melani, Irina Mirzoeva, Simone Pasquini, Lucia Romoli, Andrea Roselletti, Simonetta Testi
Uno sguardo contemporaneo sulla persecuzione programmata dai nazisti verso le persone più fragili, malati psichiatrici, anziani, persone disabili, borderlaine, outsider, definite da Hitler “vite indegne di essere vissute”.
La drammaturgia è stata realizzata dalla cooperativa teatrale Diesis Teatrango in collaborazione con il laboratorio di Teatro Sociale che la compagnia svolge in maniera permanente dal 2006.
Scrittura e messa in scena nascono da un episodio di memoria storica: il programma Aktion T4, voluto da Hitler per realizzare l'idea di un popolo perfetto” e incentrato sulla persecuzione delle “diversità” al fine di preservare la pura razza ariana.
Grazie alla creazione artistica questo evento viene restituito al presente quale emblema di una realtà ancora attuale, che perpetua violenze analoghe benché più sottili e nascoste. Basta pensare alle riduzioni di personale educativo nei centri per disabili, alla difficile collocazione sociale delle persone più fragili in un contesto che esalta virtù competitive, alle difficoltà sostanziali di inclusione dentro una scuola sempre più burocraticizzata e sempre meno in grado di sostenere il disagio, ad una società divisa e conflittuale, incapace di accettare le differenze. Se osserviamo bene possiamo vedere come il sistema sociale stia implodendo dentro virtuosismi di prestazione che non sono rispettosi di spazi umani fondamentali.
Lo spettacolo, attraverso l'espressione autentica dei protagonisti, “Se fossi vissuta in quel periodo mi avrebbero uccisa…”; racconta la fragilità testimoniandone diritto di presenza, elevandola alla sua elegiaca bellezza. I diversi sono fiori da proteggere, da coltivare, da osservare nella armonia delle loro differenze. È un'opera collettiva scritta dagli attori stessi, autori dei loro monologhi, una drammaturgia/viaggio che parte dal corpo e dalle parole dei protagonisti, esprime il valore autentico di un'intimità comunitaria.
Lo spettacolo restituisce un pensiero nudo sulla ferocia e sulla vitalità di un mondo chevuole difendere il diritto alla propria umanità.
La performance, di forte impatto emotivo, travolge lo spettatore in un viaggio unico e straordinario nel quale ognuno può riconoscersi.