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Adelmo Niccolai

Nato a Sambuca Pistoiese il 4 settembre 1885, deceduto a Velletri (Roma) il 19 marzo 1948, avvocato, dirigente socialista.

Militante socialista a Bologna, mentre vi frequentava l’Università, era stato espulso dal PSI per le sue posizioni contrarie al “ministerialismo”. Più tardi, dopo aver tentato di fondare con gli anarco-sindacalisti ferraresi un nuovo “partito socialista rivoluzionario”, Niccolai fu eletto presidente della Provincia di Ferrara. Fu contrario all’entrata dell’Italia nella guerra 1915-18 e rientrato nel PSI, si impegnò nella ricostituzione di quell’organizzazione politica nel Ferrarese. Preso di mira dagli squadristi fascisti decise di trasferirsi a Roma, dove era stato eletto deputato socialista e dove continuò a svolgere l’attività forense. Fece parte del collegio di difesa del primo processo intentato ai dirigenti del Partito Comunista d’Italia nel 1928 (tra gli imputati Antonio Gramsci, Umberto Terracini e Mauro Scoccimarro), e negli anni del regime fascista proseguì nella sua opera di difensore di antifascisti giudicati dal Tribunale speciale. Rientrato a Ferrara dopo la Liberazione, l’avvocato Niccolai riprese l’attività politica nel PSIUP. Nel 1948 fu candidato alle elezioni per il Fronte Popolare e morì durante un comizio a Velletri, stroncato da una crisi cardiaca. Di Adelmo Niccolai si dice nel libro Il movimento operaio italiano, di Franco Andreucci e Tommaso Detti, stampato nel 1977 per gli Editori Riuniti.

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