Avio Clementi
Nel febbraio del 1941 era stato chiamato alle armi, sulla base di una legge che lo qualificava "volontario universitario". Così l'armistizio lo sorprese in Dalmazia (sottotenente di complemento nel 25° Reggimento Fanteria della Divisione "Bergamo"), dove fu catturato dai paracadutisti tedeschi con l'intero reparto. La prospettiva era quella dell'internamento in Germania e il giovane ufficiale decise di tentare la fuga. Il 10 settembre era già uccel di bosco e, con Adriano Host e Aldo Parmeggiani, diede vita a quella che chiamarono, in sloveno, "compagnia italiana". Il mese dopo questa ceta era già inserita nel Battaglione "Giacomo Matteotti" della terza Brigata Proletaria della Kraina e, al comando della terza compagnia, Clementi partecipò alla battaglia per la liberazione di Belgrado. Proseguì la lotta nella Divisione d'assalto Garibaldi "Italia" (nata dalla fusione del "Matteotti" e del "Garibaldi"), fino all'11 maggio 1945, quando anche Zagabria fu completamente liberata. Rientrato in Italia e decorato al valore, Clementi riprese la sua attività a Roma. Si è sempre impegnato nelle iniziative dell'ANPI e ha scritto tre libri sulla sua esperienza nella Resistenza. Il più importante (stampato nel 1985), s'intitola Pokret. (movimento n.d.r) Il Matteotti in Bosnia 1943-1944.