Domenico Quaranta
Era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli quando, nel gennaio del 1941, decise di partire volontario. Nominato sottotenente dopo aver frequentato la Scuola allievi ufficiali di Fano, nell'agosto del 1942 Domenico Quaranta fu assegnato al 90° Reggimento Fanteria della Divisione Cosseria. Al momento dell'armistizio, si trovava a Carcare (Savona) e, come tenente, comandava una sezione della 16a Compagnia mitraglieri con compito di contraerea. Per non consegnarsi ai tedeschi, il giovane ufficiale raggiunse la Valle Casotto e si unì ai primi gruppi partigiani che avrebbero poi dato vita alla I Divisione alpina "Mauri". Quaranta divenne comandante di un gruppo che, durante un rastrellamento, fu circondato da reparti tedeschi. Era il 15 aprile del 1944. I partigiani di Quaranta non si arresero. Per sedici ore combatterono contro i nemici, sino a che il loro comandante non fu raggiunto da un proiettile in pieno petto e catturato. Nonostante le sue gravi condizioni, Domenico Quaranta fu torturato e, all'indomani della cattura, fucilato con Innocenzo Contini, Ettore Ruocco e Pietro Augusto Dacomo. Quaranta fu portato sul luogo dell'esecuzione disteso in un lenzuolo insanguinato che fungeva da barella. Nel dopoguerra l'Università di Napoli ha conferito alla memoria di Domenico Quaranta la laurea "ad honorem".